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Palestre sul piede di guerra: il 20% riapre. Pronti a pagare sanzioni pur di lavorare

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Palestre sul piede di guerra. Molti titolari di strutture sportive hanno deciso di riaprire e di non rispettare i decreti anti-Covid. Secondo una stima dell’Associazione Nazionale Palestre e Lavoratori Sportivi (Anpals), sarebbero già il 20%.

“E’ più facile contagiarsi all’aperto andando in un parco, prendendo un autobus pubblico, andando in una farmacia piuttosto che andando in una palestra”, inoltre “le norme dei protocolli presentati dal Cts sono molto stringenti: per andare in palestra si deve prenotare, quindi non si crea assembramento, si misura la febbre, si lasciano i dati personali su un registro”.

Così difende la categoria il presidente Anpals Giampiero Guglielmi che sul fronte ristori aggiunge: “Gli unici sostegni cospicui sono arrivati ai lavoratori sportivi, agli istruttori, ai tecnici, agli allenatori, ma le strutture sportive hanno avuto perdite di 150-200 mila euro” a fronte di 6-7 mila euro di ristori, evidentemente non sono sufficienti neanche per pagare l’affitto di un solo mese.

Quindi Guglielmi chiede di mettersi nei panni di chi trasgredisce: “So che è ma non posso non mettermi nei panni di titolari di strutture sportive che non hanno più di che sfamare la famiglia. La maggior parte di loro non ha nulla da perdere, accetteranno una sanzione amministrativa pur di riprendere a lavorare”.

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