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Parigi: attentato terroristico alla redazione di Charlie Hebdo

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Tre uomini con il volto coperto e armati di Kalashnikov hanno fatto irruzione questa mattina nella sede parigina della rivista satirica Charlie Hebdo, nota per il suo stile ironico e provocatorio e per le vignette anti-Islam, e hanno aperto il fuoco al grido di “Allah è grande”.

Il bilancio al momento è di 12 morti, tra cui due agenti, il direttore e vignettista Stephane Charbonnier, i tre più importanti vignettisti: Georges Wolinski, noto anche in Italia per il suo lavoro, Jean Cabut (detto Cabu) e Bernard Verlhac (Tignous). Almeno otto le persone ferite, tra cui quattro verserebbero in gravi condizioni.

Dopo l’attacco i tre attentatori sono fuggiti a bordo di un’auto rubata, ritrovata in seguito alla periferia nordest di Parigi. Massima allerta in tutta la città: chiuse le scuole, blindata l’ambasciata americana e alcune redazioni giornalistiche, tra cui quella del quotidiano Le Figaro.

Secondo il presidente francese François Hollande, giunto poco dopo sul luogo dell’attacco nel cuore di Parigi, non vi è dubbio che l’assalto alla sede del settimanale satirico Charlie Hebdo sia un attentato terroristico.

“Diversi attentati terroristici sono stati sventati nelle ultime settimane. Siamo minacciati, come altri paesi nel mondo, perché siamo un paese di libertà”.

Dure parole di condanna contro quello che è stato definito non solo un terribile atto di violenza, ma anche un attacco alla libertà di stampa e di espressione, sono arrivate da tutti i capi di stato dei Paesi europei, dal presidente americano Barack Obama, dall’ONU, dal Vaticano, ma anche dal mondo musulmano, attraverso i messaggi di solidarietà della Lega Araba e di Al Azhar, la massima autorità religiosa sunnita.

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