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Salvini apre al M5S sul reddito di cittadinanza: “se a termine se ne può parlare”

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I leader di Movimento 5 Stelle e Lega si incontreranno il mercoledì ma intanto continuano le dichiarazioni a distanza dei due. Se da una parte Matteo Salvini sembra più propenso al dialogo, il Movimento non sembra arretrare sulle sue posizioni. Il leader del Carroccio apre al reddito di cittadinanza, uno dei capisaldi pentastellato: “se il reddito di cittadinanza non è un investimento illimitato per chi sta a casa, – cosa che mi vedrebbe fortemente contrario – ma un investimento temporaneo per chi ha perso il lavoro ed è in attesa di trovare un nuovo lavoro ne possiamo parlare. Se invece è l’ennesimo provvedimento assistenzialista a tempo indeterminato, aperto a tutti, dico no perché è la fine dell’idea dello sviluppo”. Così Salvini.

Il segretario della Lega ha inoltre risposto a una domanda sull’ipotesi di un governo tra Lega e M5S, senza Berlusconi, non gradito agli uomini di Grillo: “Non è che uno si siede al tavolo e dice: tu non mi piaci, vai via! Si parte dai progetti, non dai nomi, dai premier”. “Si parte dalle cose da fare – ha detto – tasse, lavoro, sicurezza. l’importante sono le cose da fare”. “Visto che il centrodestra – ha ragionato – è la coalizione che ha vinto, sono disposto a dar vita a un governo che parta dal programma di centrodestra e quindi dalla cancellazione della legge Fornero, dalla riduzione delle tasse, dal controllo dei confini, dalle espulsioni dei clandestini”. “Sono disposto a ragionare di redditi di inclusione, leggi di cittadinanza, prestito per entrare nel mondo del lavoro. Sono disposto a ragionare di tutto, ma si parta dal voto degli italiani”.

Sul nome del premier invece il Movimento 5 Stelle non sembra avere dubbi. In una nota infatti fa sapere che “Luigi Di Maio è l’unico candidato premier del M5s con cui intendiamo andare al governo e cambiare il Paese dando finalmente agli italiani le risposte che attendono da trent’anni”. Così in un post del Movimento 5 stelle. “In campagna elettorale il MoVimento si è presentato con un programma e un candidato premier votato dal 32% degli elettori, 11 milioni di italiani. Questa volontà popolare non siamo disposti a ignorarla, è sacra. Proporre agli italiani un altro candidato premier significherebbe tradire questa volontà”.

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