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Scandalo Volkswagen: perquisizioni in sedi italiane e richiamo di 2,4 milioni di auto in Germania

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La Guardia di Finanza ha perquisito oggi la sede di Verona di Volkswagen, che ospita gli uffici commerciali, finanziari e il magazzino, e quella della controllata Lamborghini a Bologna.

I controlli sono stati disposti dalla procura della città scaligera che dieci giorni fa ha aperto un’inchiesta per frode in commercio, in seguito allo scandalo sulle emissioni truccate che ha travolto Volkswagen.

Ci sarebbero già alcuni nomi nel registro degli indagati: tra di loro alcune figure apicali del management.

Nessun commento invece dalla Lamborghini, che nello stabilimento di Sant’Agata Bolognese aveva annunciato a maggio scorso, un investimento da 700 milioni (con 80 milioni di contributi pubblici dello Stato italiano) per produrre il suo primo suv.

Giovedì scorso il gruppo tedesco aveva comprato un’intera pagina de La Stampa, il quotidiano torinese controllato da Fiat Chrysler, per pubblicare una lettera di scuse ai clienti.

Una scelta non del tutto casuale, visto che il gruppo guidato da Sergio Marchionne ha approfittato del “diesel gate” per lanciare una promozione riservata agli automobilisti che vogliono rottamare la propria auto Volkswagen e sostituirla con una Fiat, Lancia, Abarth, Alfa Romeo o Jeep.

Intanto in Germania il ministero dei Trasporti ha ordinato il richiamo di tutte le auto diesel dotate del software per manipolare i test: si parla di circa 2,4 milioni di vetture coinvolte.

L’ufficio federale dei mezzi a motore (Kba) ha specificato al giornale Bild che l’operazione inizierà a gennaio 2016 e i difetti tecnici saranno risolti entro la fine dell’anno prossimo.

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