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Tensione Turchia-Olanda. Chiuse le ambasciate. Erdogan chiede sanzioni

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È scontro senza più aperto tra Turchia e Olanda. Tutto è partito dal divieto del governo dell’Aja di ingresso a due ministri di Ankara decisi a tenere comizi a favore della riforma costituzionale per la comunità turca nonostante il divieto per ragioni di ordine pubblico da parte delle autorità locali. Nella serata di ieri sono state quindi chiuse le due ambasciate nei rispettivi paesi e sono iniziate delle proteste fuori il consolato olandese ad Ankara.

Oggi sono arrivate gli attacchi del presidente turco Erdogan che ha definito gli olandesi “fascisti” e del primo ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu: “la Turchia si aspetta che il resto dell’Europa condanni duramente l’atteggiamento olandese”. Chieste inoltre le scuse da parte del governo de L’Aja.

L‘Olanda però non ci sta e definisce la richiesta di scuse “bizzarra”. A dirlo è il premier Rutte che aggiunge, riferendosi al ministro degli Esteri di Ankara Cavusoglu: “Questo uomo ci ha presentato come fascisti e come un Paese di nazisti. Io tenterò una de-escalation, ma senza chiedere scusa”. Il premier olandese ha inoltre dichiarato: “Siamo stati costretti ad impedire ai ministri turchi di partecipare ai comizi elettorali perché Ankara ha minacciato sanzioni contro il nostro governo. Noi “non possiamo avere a che fare con chi fa questo tipo di minacce”.

Intanto, visto la situazione tesa, anche la Danimarca prende le distanze da Ankara. Il primo ministro danese Rasmussen ha infatti “proposto” al suo omologo turco Yildirim di rimandare la visita a Copenaghen.

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