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Trump lancia missili sulla Siria in risposta all’attacco chimico

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L’Occidente con il fiato sospeso dopo il lancio americano di 59 missili Tomahawk verso una base aerea siriana, a seguito dell’attacco con armi chimiche nella provincia di Idlib.  Si tratta del primo attacco diretto americano alla Siria dall’insediamento del presidente Donald Trump. Quest’ultimo non aveva preannunciato l’operazione, sebbene in giornata il suo messaggio sulla crisi siriana fosse stato più netto che nei giorni precedenti.

 


“Nessun bambino dovrebbe soffrire” come hanno sofferto quelli siriani le parole del tycoon che poi ha aggiunto: il bombardamento americano in Siria è nel “vitale interesse della sicurezza” degli Stati Uniti, ha affermato il presidente americano Donald Trump, chiedendo al mondo di unirsi agli Stati Uniti per mettere fine al flagello del terrorismo.

Stando alle prime ricostruzioni i missili lanciati dagli Usa hanno colpito la base aerea di Shayrat, nel centro della Siria, da dove si sospetta sia stato lanciato l’attacco chimico che ha innescato la risposta americana. L’orario indicato dell’impatto è delle 20.45 ora di Washington (le 2,45 in Italia), le prime ore del mattino in Siria. I missili hanno puntato e colpito piste, apparecchi e zone di rifornimento. Il Pentagono ha precisato che l’attacco contro la Siria è stato condotto utilizzando 59 missili Tomahawk lanciati dai cacciatorpediniere USS Porter e USS Ross nel Mediterraneo orientale. Il Pentagono definisce inoltre il lancio di missili americano in Siria una “risposta proporzionata” all’attacco chimico e fa sapere che l’attacco Usa contro la base aerea in Siria ha “ridotto la capacità del governo siriano di utilizzare armi chimiche”.

Israele supporta pienamente la decisione del presidente Trump, afferma un comunicato dell’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il Comitato di Difesa della Duma di Stato russa afferma invece che l’attacco missilistico degli Stati Uniti contro la Siria potrebbe peggiorare i rapporti tra Mosca e Washington, nonché portare a un ampliamento dei conflitti armati in Medio Oriente. “Queste sono azioni irresponsabili, sconsiderate”, recita una nota ufficiale. Mosca chiede con urgenza che si riunisca il Consiglio di sicurezza dell’Onu. Intanto Damasco parla di aggressione.

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