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Brexit: la Camera dei Comuni dice sì

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Il Regno Unito fa un altro passo verso l’addio all’Europa. La Camera dei Comuni ha infatti approvato in terza e ultima lettura la legge, denominata European Union Bill, che autorizza il governo di Theresa May ad avviare i negoziati per la Brexit: 494 i voti favorevoli, 122 i contrari.

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Ora il testo passa alla Camera dei Lord, ma in caso di modifiche l’ultima parola resterà ai Comuni.

Intanto mentre le defezioni in casa Tory non sono aumentate, i mal di pancia Labour sono aumentati, coinvolgendo anche figure di spessore della sinistra interna come i ministri ombra Clive Lewis e Diane Abbott. Malumori che si sono inaspriti soprattutto dopo la bocciatura di tutti gli emendamenti messi sul tavolo dalle opposizioni per cercare almeno di limare il testo, non ultimo quello che mirava a fissare per iscritto a priori gli impegni del governo a tutelare anche in futuro i cittadini Ue residenti nel Paese.

Alla fine però l’esito non è cambiato, la maggioranza ha tenuto e la May può andare avanti.

LONDON, ENGLAND - NOVEMBER 28:  British Prime Minister Theresa May (3rd L) and (L-R) David Davies Secretary of State for Exiting the European Union, Foreign Secretary Boris Johnson, May, Chancellor of the Exchequer Philip  Hammond and Home Secretary Amber Rudd sit opposite a Polish delegation during an intergovernmental consultation meeting in the Cabinet Room in 10 Downing Street  on November 28, 2016 in London, England. Mrs Szydlo is expected to discuss a number of issues with Mrs May including the future of Polish citizens after Brexit.  (Photo by Peter Nicholls - WPA Pool /Getty Images)

Ora il testo passa alla House of Lords, la Camera dei non eletti, al cui interno la Brexit non è sicuramente popolare. Ma in caso di modifiche inserite nell’ingranaggio dai pari del Regno la parola dovrà tornare alla Camera bassa. Dove i giochi di numeri, sembrano già fatti. Restano tutte le incognite della transizione e del dopo. Ma per l’immediato il premier Theresa May pare lanciatissiama verso un sì definitivo alla Brexit, forte anche della sponda Usa che spera di consolidare con un euroscettico istintivo come Donald Trump.

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