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Economia circolare: italiani primi in Europa

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Gli italiani sono fra i primi in Europa in termini di attenzione al riciclo e al riutilizzo dei materiali, perfettamente in linea con lo sviluppo e la promozione di un nuovo modello: l’economia circolare.

Questa, infatti, definisce un sistema economico sostenibile in grado di potersi  rigenerare da solo, all’interno del quale il ciclo dei rifiuti, il riciclo e il riutilizzo rappresentano le chiavi di lettura e le dinamiche essenziali. Dunque non un’economia di tipo meramente consumistico, che non pensa alle conseguenze e agli effetti devastanti sull’ambiente, ma una gestione cauta e attenta alle ripercussione delle proprie scelte.

Secondo il rapporto sull’economia circolare in Italia stilato nel 2019 dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da ENEA, il nostro Paese si colloca al quinto posto fra gli Stati membri dell'Unione Europea per il tasso percentuale di utilizzo circolare di materie, pari al 17.2%. Ciò ci mette fra i virtuosi del riciclo fra i quali spiccano i Paesi Bassi al primo posto con il 29%; il Belgio con il 20.6%; la Francia con il 19.5% e il Regno Unito con il 17.2%, dunque pari merito con l’Italia. A seguire, con grosso distacco, c’è la Spagna con l’8.2%.

Gli italiani si stanno dimostrando particolarmente efficienti per quanto riguarda una gestione saggia e precisa dei rifiuti, anche se l’Italia è stata fra le nazioni più lente nel cominciare un corretto ciclo di riciclo. C’è grande attenzione, in particolar modo, alla gestione del riciclo dei rifiuti speciali e degli imballaggi.

Stando ai dati presentati nella sezione di ING bank news, azienda particolarmente attenta alla sostenibilità ambientale, ben 3 italiani su 4 ritengono che l’economica circolare sia la scelta migliore in assoluto, anche se la crescita economica più lenta è lo scotto da pagare.

L’indagine è stata commissionata da ING ad Ipsos nell’agosto del 2019 e ha preso in esame un campione di 15146 intervistati provenienti da 15 Paesi diversi (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna, Turchia, Regno Unito, Australia e Stati Uniti), ai quali sono state poste domande specifiche circa il comportamento individuale e familiare in relazione ai cardini dell’economia circolare.

Molto interessanti sono i dati relativi al riutilizzo degli oggetti. La volontà primaria è quella di cercare di scongiurare il classico d invasivo fenomeno dell’obsolescenza programmata, imposto dalle aziende, che preferiscono vendere un nuovo prodotto anziché garantirne il diritto alla riparazione (che non costi una fortuna).

Ben il 60% degli europei ha dichiarato che nei prossimi tre anni opterà per il riutilizzo e la riparazione degli oggetti, evitando di smaltirli al primo intoppo. Ancora una volta, gli italiani si presentano come i più attenti con il 64% degli intervistati d’accordo sul riutilizzo, immediatamente dietro alla Turchia con il 70%, alla Spagna con il 69% ed
alla Romania con il 66%.

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