ART News

Agenzia Stampa per emittenti radiofoniche

Musei: il Tar blocca i superdirettori. L’ira di Franceschini e Renzi

2 min read

Una bruta tegola si è abbattuta sull’opera di rinnovamento voluta da Franceschini con la riforma dei musei: il Tar del Lazio in due sentenze ha bocciato la nomina di cinque dei 20 superdirettori dei musei voluta dal ministro dei Beni culturali nel 2015 con un bando internazionale. Il Tribunale amministrativo motiva: “Non c’erano le condizioni per candidati stranieri”. Il ministro Franceschini però non ci sta e scatta la polemica su Twitter: “Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani… Non ho parole, ed è meglio…”. Critico anche Matteo Renzi: “Abbiamo sbagliato a non provare a cambiare i Tar”.

Le motivazioni. Il Tar del Lazio, accogliendo il ricorso di due candidati alle posizioni di direzione di musei di Mantova, Modena, Paestum, Taranto, Napoli e Reggio Calabria, ha ritenuto infatti in primo luogo che le procedure di selezione fossero viziate in più punti.

Tra le problematiche principali che hanno convinto i giudici ad accogliere il ricorso sono il fatto che “il bando della selezione non poteva ammettere la partecipazione al concorso di cittadini non italiani in quanto nessuna norma derogatoria consentiva di reclutare dirigenti pubblici fuori dalle indicazioni tassative espresse dall’articolo 38. Se infatti il legislatore avesse voluto estendere la platea di aspiranti alla posizione dirigenziale ricomprendendo cittadini non italiani lo avrebbe detto chiaramente”.

Restano al loro posto Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze, e Cecile Holberg, alla guida della Galleria dell’Accademia sempre nella città toscana. In questo caso il Tar del Lazio ha respinto il ricorso sulla loro posizione perché chi lo ha presentato “non ha potuto dimostrare l’illegittimità della sua estromissione”.

La replica di Orlando. Anche il ministro della giustizia ha commentato la sentenza dichiarando: “i tar vanno cambiati senza demonizzarli, precisando meglio qual è l’ambito di competenza della politica e quello del tribunale amministrativo che spesso entra nel merito di scelte che dovrebbero essere della politica”.

Le parole del M5s. “La figuraccia davanti al mondo l’Italia l’ha fatta a causa di Franceschini che, per la direzione dei musei pubblici, ha utilizzato criteri di nomina che avevamo criticato fin dall’inizio. Abbiamo contestato, anche attraverso atti parlamentari, la mancanza di oggettivi criteri di merito e di trasparenza e oggi il Tar conferma quando affermavamo esprimendo motivazioni assolutamente circostanziate e condivisibili”. Lo affermano in una nota i deputati M5s in commissione Cultura di Camera e Senato.

Autore