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Euro 2020, scoppia il caso del bus scoperto: il prefetto di Roma contro la Figc

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Dopo la grande festa, l’immancabile polemica. Il giro per le vie del centro di Roma col bus scoperto della Nazionale di calcio diventa un caso. Ad innescare la miccia le parole del prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, che dalle colonne del Corriere della Sera nega che fosse stato dato il permesso agli azzurri di festeggiare in quel modo la coppa vinta a Wembley. “Non era stato autorizzato. I patti non sono stati rispettati” tuona Piantedosi che non nasconde l’amarezza “per le possibili conseguenze che potrebbero verificarsi nelle prossime settimane, nonostante il grandissimo lavoro svolto”.

Accuse che però tornano subito al mittente. A rispondere è direttamente la Figc che con una nota del presidente Gabriele Gravina fa sapere: “Non è nostra intenzione alimentare ulteriori polemiche, perché non vogliamo trasformare un momento di gioia nazionale in un argomento di divisione” le parole del numero uno della Federazione Italiana Giuoco Calcio. “La Figc è sempre stata responsabile, ma soprattutto rispettosa delle istituzioni e dei tifosi italiani”, aggiunge, spiegando che “all’arrivo davanti Palazzo Chigi” la Figc ha reiterato “la richiesta, a questo punto condivisa dalle istituzioni, per un breve tragitto con il bus scoperto”.

In rappresentanza della Nazionale ha poi parlato Leonardo Bonucci. “Non ci permetteremmo mai e poi mai di sostituirci alle autorità competenti che immagino abbiano fatto le loro dovute valutazioni prima di quanto avvenuto in piazza del Popolo la sera prima e poi con il nostro passaggio in città” spiega il difensore azzurro che chiosa: “A ognuno il suo compito e il suo ruolo, è davvero semplicistico e molto italiano scaricare le colpe”.

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