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Migranti, altri sbarchi a Lampedusa. Video-denuncia di Sea Watch: “Picchiati in mare dalla guardia costiera libica”

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Nella notte tra venerdì e ieri sono arrivate a Lampedusa (Agrigento) 4 diverse imbarcazioni con 532 migranti a bordo e dopo un primo controllo sanitario sono stati trasferiti all’hotspot di contrada Imbriacola dove sono presenti altre 572 persone. Nello specifico su un gommone c’erano 297 profughi provenienti dall’Africa subsahariana (tra cui due donne e due minori) mentre su un altro natante c’erano 56 persone a bordo (tra cui 27 donne e 4 minori), a 12 miglia ne è stato bloccato un altro con 85 profughi e infine sono arrivati altri 94 migranti di diverse nazionalità, tra cui due donne e un minore. Tutte le imbarcazioni sono state messe sotto sequestro.

Al momento le Ong presenti nel Mediterraneo sono la Sea Watch e la Ocean Viking e continuano a denunciare e documentare le modalità di intervento dei libici. La Ong tedesca ha filmato l’intervento della guardia costiera libica postando poi il video su Twitter e commentando così: “Ecco come si svolge un’intercettazione della cosiddetta guardia costiera libica. Persone in pericolo picchiate e costrette con la forza a tornare nell’inferno da cui fuggivano. L’equipaggio di SeaWatch 4 – sottolineano, – ne è stato testimone e ha documentato i fatti. Contro la loro volontà, a nome dell’Ue”.

La visita del presidente del Consiglio Mario Draghi lo scorso 6 aprile a Tripoli aveva suscitato polemiche in quanto il premier pur sottolineando il ruolo centrale dell’Italia nei soccorsi, aveva comunque espresso apprezzamento nei confronti della guardia costiera libica: “Esprimiamo soddisfazione per quello che la Libia fa per i salvataggi. Nello stesso tempo aiutiamo e assistiamo la Libia. Il problema non è solo geopolitico, è anche umanitario. Da questo punto di vista l’Italia forse l’unico Paese che continua a tenere attivi i corridoi umanitari. Il problema delle immigrazioni per la Libia non nasce solo sulle coste libiche ma si sviluppa anche sui confini meridionali”.

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