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Inter campione d’Italia con 4 turni d’anticipo. Il racconto di una straordinaria cavalcata che vale il 19° scudetto

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L’Inter è campione d’Italia. Dopo la vittoria per 2-0 con il Crotone negli anticipi del sabato, i nerazzurri ringraziano il Sassuolo che a Reggio Emilia ferma sull’1-1 l’Atalanta. Adesso la squadra di Antonio Conte è irraggiungibile e può far cominciare la festa per il 19° scudetto della sua storia. Dunque, crolla ufficialmente la dittatura Juventus. Dopo 9 titoli di fila bianconeri, ecco il tricolore interista. Ironia della sorte: Vecchia Signora spodestata da uno juventino di ferro come Conte. Quasi una nemesi per Madama.

Un trionfo che in casa nerazzurra mancava da 11 anni, ovvero dai tempi dello storico “triplete” firmato Josè Mourinho. Un trionfo che arriva al termine di una fantastica cavalcata in una stagione intensa e lunghissima. Dopo una partenza lenta è stato un autentico dominio nerazzurro fatto di memorabili strisce di vittorie (11 successi consecutivi quella più lunga). Due sole sconfitte per l’Inter: nel derby d’andata con il Milan e a Genova contro la Sampdoria. Nel girone di ritorno, ben 18 risultati utili consecutivi e un passo irresistibile per chiunque. Una sola grande macchia in quest’annata storica: l’eliminazione dall’Europa dopo un disastroso girone di Champions League.

Antonio Conte, mister scudetto. Dopo quelli vinti alla guida della Juventus e il titolo in Premier League con il Chelsea, il tecnico salentino si conferma l’uomo giusto per chi punta a vincere il campionato. Ha preteso e ottenuto uno squadrone completo in tutti i reparti, ha rilanciato Eriksen e raccolto i frutti di una coppia d’attacco formidabile: la “LuLa” Lukaku-Lautaro. Sul fronte tecnico-tattico, solito “Conte style”: 3-5-2 compatto con difesa di ferro e ripartenze letali.

Peraltro, Conte in versione uomo solo al comando alla luce della delicata situazione societaria con i cinesi di Suning intenzionati da tempo a vendere il club. Ma, a livello dirigenziale meritano gli applausi anche l’amministratore delegato Beppe Marotta (già super vincente con la Juve) e il direttore sportivo Piero Ausilio. Perchè nel calcio per vincere non bastano un grande allenatore e grandi giocatori, serve anche una struttura societaria seria e preparata.

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