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Mixed zone, Sarri: “Se l’atteggiamento è questo siamo destinati a fare bene”. Gasperini: “Ilicic? Situazione delicata, preferirei non parlarne”

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Mixed zone, finisce 0-0 la sfida tra Lazio ed Atalanta, con qualche polemica anche nel dopo partita per via delle defezioni Covid da entrambe le parti. Al termine della partita, Sarri a Dazn e Gasperini a Sky Sport. Partiamo dal tecnico biancoceleste.

NE MANCAVANO CINQUE- “A loro mancavano tanti giocatori? A noi ne mancavano cinque, più due che ho ritrovato ieri. Quindi se a loro ne mancavano otto a noi ne mancavano sette”.

SULLA GARA- “L’aspetto positivo è che da un mese a questa parte stiamo in campo da squadra vera. Abbiamo anche fatto una bella fase offensiva, perché siamo arrivati con facilità sulla trequarti, con un bel palleggio. Ci sono mancati gli ultimi 20 metri, ma venivamo da una partita finita ai supplementari, in un momento in cui abbiamo spremuto gli stessi giocatori, soprattutto a centrocampo. L’abbiamo pagata in termini di brillantezza”.

COSA NON HA FUNZIONATO-  “Abbiamo incontrato un avversario che, pur senza tanti giocatori, aveva la linea difensiva titolare. Abbiamo occupato poco l’area? Sì, ma abbiamo anche fatto fatica a saltare gli avversari nell’uno contro uno, per fare queste cose serve una gamba brillante, che noi non avevamo stasera. Però la squadra è corta, compatta, ha una supremazia territoriale marcata, se l’atteggiamento è questo siamo destinati a far bene”.

DIFFICOLTÀ FELIPE ANDERSON- “Ha un carattere molto particolare, molto sensibile. Ha meccanismi mentali molto diversi da altri. Questo è indubbio. Però fa un mestiere in cui se ne dovrebbe fregare di tutto e di tutti, un minimo di faccia tosta dovrebbe averla. Quando sentivo il pubblico che lo beccava ho pensato di sostituirlo, ma non l’ho fatto perché sapevo che lo avrebbe abbattuto ancora di più”.

Gian Piero Gasperini appare tutto sommato soddisfatto per la prova messa in campo contro la Lazio dalla sua Atalanta, nonostante le tantissime assenze

SU ILICIC- “Per me non è facile parlare di questa situazione personale. A Josip saremo sempre vicini, sono situazioni che vanno al di là del calcio e noi con lui abbiamo sempre avuto un rapporto solido. La nostra testa è una giungla, non è facile per gli psicologi, figurarsi per noi. Non si è mai impegnato tanto come quest’anno. Io l’ho avuto anche a Palermo e non l’ho mai visto così impegnato. Lo aspetteremo tutta la vita come persona, come calciatore è imprevedibile. I medici non sanno darci una risposta, non posso darla io. Ne parlo questa volta per non parlarne più, è una cosa delicata”.

SULLA GARA-  “Potevamo fare di più, ma per me è difficile non essere contento. Tanti giocatori erano fuori ruolo, peccato che nel secondo tempo abbiamo perso Miranchuk, perché stava sfruttando bene gli spazi. Abbiamo dovuto arrangiarci. Per fare di più dovevamo avere più alternative in attacco. Non è solo Zapata, mancavano anche Malinovskiy, Muriel… Senza contare Boga, che ancora non si è unito a noi. Ha giocato Pessina attaccante, poi anche Pezzella. Abbiamo costruito qualcosa di buono. Abbiamo costruito una partita difensiva, sicuramente, ad esempio con l’Inter abbiamo creato di più. Dobbiamo accettare questa situazione di emergenza, con dieci giocatori fuori. Giocare con la Lazio e averla mantenuta a distanza, con una partita da recuperare, fa bene”.

DEBUTTO DI SCALVINI-  “Non volevo snaturare tutta la squadra. Ho adattato lui e anche da centrocampista ha aiutato con la sua fisicità su Milinkovic. È stato molto bravo, è un giocatore di prospettiva. I cambi sono stati raffazzonati ma abbiamo corso solo un rischio sul palo di Zaccagni”.

RAPPORTO CON I GIOCATORI- “Conta l’esperienza, il fatto che sono qui da anni e ho un rapporto molto forte con tanti giocatori. Ormai lavoriamo sui dettagli, abbiamo giocato qualche centinaio di partite e abbiamo una capacità di adattamento che ci permette di tenere il campo molto bene. Io dico solo cosa fare, loro hanno una precisione che è dettata dalla loro capacità acquisita. Ogni tanto riusciamo a tirare fuori qualche particolare che ci è utile. Poi la duttilità nei ruoli a volte li fa divertire: Toloi a centrocampo, i difensori in attacco e gli attaccanti in difesa: mi piace questa cosa. L’altro giorno Demiral ha scartato tre giocatori e segnato in allenamento e mi diceva ‘Visto che gol? Vado io in attacco’”.

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