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Premier League, l’Arsenal torna ad allenarsi: è il primo club inglese

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Premier League, l’Arsenal anticipa tutti e scende in campo, divenendo il primo club della Premier League a riprendere gli allenamenti, dopo la sospensione del 13 marzo

Premier League, l’Arsenal anticipa tutti e scende in campo, divenendo il primo club della Premier a riprendere gli allenamenti, dopo la sospensione del 13 marzo, causa Coronavirus. Secondo quanto riportato da Sportmediaset, la squadra di Mikel Arteta è tornata a lavoro nel rispetto delle condizioni di sicurezza, come distanza, lavoro individuale e separato, con un massimo di cinque giocatori in ciascuno dei 10 campi da gioco del complesso sportivo, e con sessioni d’allenamento di massimo un’ora.

GLI ALTRI CLUB- Non solo i Gunners a lavoro, altri club inglesi seguiranno l’esempio dei londinesi, come il Brighton che ha riaperto le proprie strutture per consentire ai giocatori di potersi allenare. Da considerare la motivazione legata alla “fretta” dell’Arsenal di rimettersi a lavoro prima degli altri: il tecnico Arteta è risultato positivo al Covid, dunque costretto a rimanere fermo più di altre squadre, accumulando in totale 47 giorni di stop.

RIPARTIRE A GIUGNO- Mentre in Olanda il calcio si è fermato, in Spagna rischia di non ripartire, così come in Italia dalle parole di Spadafora, oltremanica Il cosiddetto ‘project restart’, ovvero il piano della Premier di rimettersi in gioco dopo la sospensione del 13 marzo, sarà implementato durante questa settimana. Il Times e la Bbc hanno diffuso la notizia secondo cui la Premier prevederebbe di riprendere l’8 giugno, per concludersi a fine luglio, sempre che la situazione mantenga un arco di evoluzione in positivo, ovvero una decrescita dei casi da Covid.

SUGLI ALLENAMENTI IN GRUPPO- 18 Maggio anche in Inghilterra, è questa la data nella quale dovrebbe scattare la fase relativa agli allenamenti di gruppo. I club venerdì discuteranno tutte le opzioni per il ritorno in campo a porte chiuse. Poi il governo del Regno Unito prenderà la decisione finale, intanto ha avviato degli incontri con i medici e le Federazioni sportive per affrontare la delicatissima questione. La Uefa rimane sulla corda.

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